Ordinanza allegata alla Sentenza 27 ottobre
2017, n. 230
ORDINANZA 10 0TTOBRE
ANNO 2017
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE COSTITUZIONALE
composta dai signori:
- Paolo GROSSI Presidente
- Giorgio LATTANZI Giudice
- Aldo CAROSI ”
- Marta CARTABIA ”
- Mario Rosario MORELLI ”
- Giancarlo CORAGGIO ”
- Silvana SCIARRA ”
- Daria de
PRETIS ”
- Nicolò ZANON ”
- Augusto
Antonio BARBERA ”
- Giulio PROSPERETTI ”
ha pronunciato la seguente
ORDINANZA
Visto l’intervento spiegato in giudizio dalla
società Trans Adriatic Pipeline AG;
considerato che nel giudizio per conflitto di attribuzione tra enti, di
regola, non è ammesso l’intervento di soggetti diversi da quelli legittimati a
promuovere il conflitto o a resistervi (ord. allegata alla sentenza n. 380 del
2007; ord. allegata alla
sentenza n. 222
del 2007);
che, secondo la giurisprudenza di questa Corte, non può
tuttavia escludersi la possibilità che l’oggetto del conflitto sia tale da
coinvolgere, in modo immediato e diretto, situazioni soggettive di terzi, il
cui pregiudizio o la cui salvaguardia dipendono dall’esito del conflitto (ord. allegata alla sentenza n. 195 del
2007);
che, nel caso di specie, la società Trans Adriatic
Pipeline AG è stata parte del giudizio amministrativo avente a oggetto il
provvedimento di autorizzazione del Ministero dello Sviluppo economico del 20
maggio 2015 alla costruzione del gasdotto TAP;
che il giudizio per conflitto di attribuzione fra enti,
tenendo conto del tenore del ricorso della Regione, potrebbe concludersi con
statuizioni suscettibili di incidere sull’atto posto a fondamento della
posizione giuridica soggettiva della società interveniente, che si basa in modo
immediato e diretto su tale provvedimento di autorizzazione;
che ne consegue che la società Trans Adriatic
Pipeline AG possa far valere le proprie ragioni nel giudizio di fronte a questa
Corte.
per questi motivi
LA CORTE COSTITUZIONALE
dichiara ammissibile
l’intervento della società Trans Adriatic Pipeline AG
nel giudizio per conflitto di attribuzione promosso dalla Regione Puglia nei
confronti del Presidente del Consiglio dei ministri.
F.to:
Paolo Grossi, Presidente