ORDINANZA N. 194
ANNO 1983
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE COSTITUZIONALE
composta dai signori Giudici:
Prof. Leopoldo ELIA, Presidente
Dott. Michele ROSSANO
Prof. Guglielmo ROEHRSSEN
Avv. Oronzo REALE
Dott. Brunetto BUCCIARELLI DUCCI
Avv. Alberto MALAGUGINI
Prof. Livio PALADIN
Dott. Arnaldo MACCARONE
Prof. Antonio LA PERGOLA
Prof. Virgilio ANDRIOLI
Prof. Giovanni CONSO
Prof. Ettore GALLO,
ha pronunciato la seguente
ORDINANZA
nei giudizi riuniti di legittimità costituzionale dell'art. 59, n. 8, della legge 27 luglio 1978, n. 392 (Disciplina delle locazioni degli immobili urbani) promossi con le ordinanze emesse dal Pretore di Adria il 23 novembre 1979 e dal Giudice conciliatore di Rovereto il 16 luglio 1980, rispettivamente iscritte ai nn. 198 e 653 del registro ordinanze 1980 e pubblicate nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica nn. 138 e 304 del 1980.
Visti gli atti di intervento del Presidente del Consiglio dei ministri;
udito nella camera di consiglio del 25 maggio 1983 il Giudice relatore Leopoldo Elia.
Ritenuto che il pretore di Adria ed il giudice conciliatore di Rovereto con le ordinanze in epigrafe hanno sollevato questione di legittimità costituzionale dell'art. 59, n. 8, della legge 27 luglio 1978, n. 392, in riferimento agli artt. 3, 70, 101 e 103 della Costituzione.
Considerato che il pretore e il conciliatore dubitano della legittimità costituzionale dell'espressione "senza giustificato motivo" impiegata dalla norma denunziata per concedere il recesso dal contratto di locazione soggetto a proroga, quando il conduttore non occupi continuamente l'immobile, osservando che la vaghezza della previsione normativa concederebbe "un potere discrezionale così ampio da esorbitare i compiti istituzionali dell'autorità giudiziaria, risolvendosi in una funzione di creazione normativa, costituzionalmente spettante al potere legislativo";
che la giurisprudenza di questa Corte ammette al contrario che il legislatore impieghi espressioni di genere analogo a quelle denunziate (cfr., ad es. sent. n. 236/1975 per l'espressione "possesso giustificato"; sent. n. 131/70 per l'espressione "casi più gravi").
Visti gli artt. 26, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87 e 9, secondo comma, delle norme integrative per i giudizi innanzi la Corte costituzionale.
PER QUESTI MOTIVI
LA CORTE COSTITUZIONALE
dichiara la manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale dell'art. 59, n. 8, della legge 27 luglio 1978, n. 392, sollevata dall'ordinanza in epigrafe in riferimento agli artt. 3, 70, 101 e 103 della Costituzione.
Così deciso in Roma, in camera di consiglio, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 23 giugno 1983.
Leopoldo ELIA – Michele ROSSANO - Guglielmo ROEHRSSEN - Oronzo REALE – Brunetto BUCCIARELLI DUCCI – Alberto MALAGUGINI - Livio PALADIN – Arnaldo MACCARONE - Antonio LA PERGOLA - Virgilio ANDRIOLI - Giovanni CONSO – Ettore GALLO
Giovanni VITALE - Cancelliere
Depositata in cancelleria il 29 giugno 1983.