SARA COCCHI
L’EVOLUZIONE DELLA CORTE
COSTITUZIONALE SUDAFRICANA. QUALI PROSPETTIVE PER IL FUTURO?
Sommario: 1. Premessa. – 2. La giurisdizione della Corte
costituzionale secondo la Interim Constitution: la creazione del “doppio binario” e il
rapporto con
1. Premessa. – Da
oltre un quinquennio, la Corte costituzionale sudafricana è oggetto di una
serie di proposte di riforma che si inseriscono in un più ampio disegno di
complessiva riorganizzazione dell’intero ordinamento giudiziario. Caratteristica
costante dei vari disegni di legge ordinaria e costituzionale succedutisi tra
il 2003 e il 2010 è l’intento di trasformare
Questo contributo si propone di esaminare l’evoluzione che
ha interessato a più riprese il ruolo della Corte costituzionale all’interno
dell’ordinamento giudiziario sudafricano e, alla luce dei mutamenti intervenuti
dal 1994 ad oggi, di approfondire le proposte di riforma oggi al centro del
dibattito politico e dottrinale.
2. La
giurisdizione della Corte costituzionale secondo
In primo luogo,
Qualora avesse
riscontrato l’incostituzionalità di una disposizione di legge,
Le competenze
attribuite in via esclusiva alla Corte sono ovviamente coerenti con la scelta
di un modello accentrato di controllo di costituzionalità.
La Corte costituzionale
non era però l’unico organo incaricato di svolgere tale compito. Ai fini
dell’esercizio della judicial review,
L’intricata
disciplina processuale che regolava i rapporti tra Corte costituzionale e
Supreme Court era delineata dalla sezione 102 IC.
Qualora una
divisione locale o provinciale della Supreme Court avesse ritenuto una
specifica questione, rientrante nella “exclusive jurisdiction” della Corte costituzionale, decisiva per il processo pendente, essa
avrebbe dovuto riferire tale questione alla Corte costituzionale stessa, quando
questo fosse stato nell’interesse della
giustizia. In ogni caso, la divisione locale o provinciale avrebbe dovuto
prima espletare gli adempimenti istruttori necessari e sospendere il processo
fino alla decisione della Corte. Era questa la prima via d’accesso alla Corte,
la via del cd. referral.
Tuttavia, nel
caso in cui una divisione locale o provinciale della Supreme Court si fosse
trovata a decidere una controversia relativa a questioni sia di natura non
costituzionale che di natura costituzionale, e la stessa divisione avesse
ritenuto di essere fornita di giurisdizione ai sensi della sezione 101(3) IC e
di non dover quindi effettuare il referral alla Corte costituzionale, questa avrebbe dovuto
decidere il caso su entrambi i fronti[9].
La sentenza
della divisione locale o provinciale della Supreme Court avrebbe potuto essere
impugnata davanti alla Appellate Division in base
alla sezione 102(4) IC.
Il sistema
prevedeva dunque una sorta di biforcazione nella vicenda dell’appello, che poteva
proseguire di fronte a due corti diverse a seconda della natura delle questioni
coinvolte. Se però
La sezione
102(17) IC prevedeva infine che in caso di processi pendenti di fronte ad una
divisione locale o provinciale che riguardassero unicamente questioni di natura
costituzionale, il rifiuto di effettuare il referral potesse essere impugnato
direttamente presso la Corte costituzionale[10]
[11].
Il fondamentale
problema della macchinosa soluzione appena esposta, che può essere definita
come “doppio binario”, risiedeva proprio nelle sezioni 102(5) e 102(6) IC e nel
comportamento della Appellate Division in relazione a
quanto da esse prescritto. Nei primissimi anni di vita del nuovo Sudafrica
mancò infatti una reale e costruttiva cooperazione tra le due corti di vertice:
attuando una sorta di vera e propria “decostituzionalizzazione”
di determinate questioni ,
La farraginosa
disciplina del riparto di giurisdizione fra Corte costituzionale e Supreme
Court Appellate Division era tuttavia destinata a
subire profondi cambiamenti con il nuovo testo costituzionale.
3. La
Final Constitution (1996) e l’abolizione del “doppio binario”.
– Le importanti differenze rilevabili fra il sistema di giustizia
costituzionale disegnato dalla Costituzione transitoria e quello attuale sono
evidenti fin dalla sez. 166 Final Constitution (FC), che delinea il quadro
dell’ordinamento giudiziario sudafricano. Esso è oggi composto dalla Corte
costituzionale; dalla Supreme Court of Appeal (SCA),
erede della Supreme Court Appellate Division; dalle
High Courts, che sostituiscono le divisioni locali e
provinciali della Supreme Court; e infine, dalle Magistrates’ courts e dalle altre corti istituite
per legge[14].
La nuova Carta fondamentale conferma la ripartizione
della giurisdizione costituzionale fra varie corti, introducendo tuttavia un
significativo elemento di novità. Da un lato si assicura infatti che la Corte
costituzionale, in quanto tribunale specializzato di ultima istanza, abbia
giurisdizione costituzionale esclusiva in un’ampia serie di ipotesi, già
tracciate dalla IC e sostanzialmente confermate dalla FC, che le razionalizza
provvedendo ad alcune modifiche[15].
Dall’altro lato, mentre si conferma una limitata giurisdizione costituzionale
alle varie High Courts, si attribuisce per la prima
volta alla Supreme Court of Appeal il potere di
decidere, in appello, ogni tipo di questione, anche avente natura costituzionale, specificando però che la stessa
SCA è corte di vertice dell’ordinamento solo ed esclusivamente per le questioni
di carattere non costituzionale[16].
Dal 1996 è dunque possibile impugnare di fronte alla SCA una sentenza emessa da
una High Court tanto per i profili di natura non costituzionale quanto per
quelli di natura costituzionale[17].
Conseguentemente, una sentenza della SCA che decida anche questioni di natura
costituzionale potrà essere impugnata, unicamente per quanto concerne tali
profili, di fronte alla Corte costituzionale, mentre su ogni altra questione si
formerà il giudicato. La disciplina dell’appello non è però l’unica a subire
dei mutamenti: la distribuzione della giurisdizione costituzionale operata
dalla Final Constitution
comporta infatti una profonda revisione del meccanismo del referral.
Infatti, se è vero che
Il nuovo riparto di giurisdizione, il coinvolgimento
di tutta la magistratura ordinaria nell’interpretazione della Costituzione e la
conseguente ristrutturazione delle due principali vie d’accesso alla Corte
costituzionale, appello e referral,
risulta essere di fondamentale importanza per una nuova configurazione dei
rapporti fra Supreme Court of Appeal e Corte
costituzionale. Con la nuova disciplina costituzionale, è di fatto abolito quel
“doppio binario” che aveva contraddistinto e condizionato l’attività della
Corte nel biennio 1994-1996. Infatti, la differenziazione tra constitutional e non constitutional
matters, presente nella vigenza della
Costituzione transitoria, aveva contribuito non poco a rallentare la
compenetrazione tra common law e nuovo diritto costituzionale all’interno del
medesimo sistema giuridico. Insomma, “[t]he new Constitution
retained the Constitutional Court as a special court but, because of the
transformation in judicial structure that the text mandated, the Court was now
at the apex of a unified legal system, rather than a somewhat appendage grafted
onto the old judicial order”[22]. Si può dunque aprire una nuova fase per le relazioni
tra Corte costituzionale e Supreme Court of Appeal,
la mancanza di collaborazione che aveva caratterizzato la fase precedente è (o
almeno dovrebbe essere) destinata a lasciare spazio ad una maggiore
comunicazione fra le due corti, nonché ad una riaffermazione e ridefinizione da
parte della Corte costituzionale dell’ambito della propria giurisdizione,
stante ormai la perfetta linearità del percorso seguito dalla vicenda delle
questioni di carattere costituzionale.
Tuttavia, soltanto nel 1999
4. Verso
una single apex Court? – L’equilibrio raggiunto con il nuovo assetto costituzionale e il
faticoso consolidamento dei rapporti intercorrenti fra Corte costituzionale e
Supreme Court of Appeal non hanno tuttavia sopito il
dibattito relativo all’opportunità di mantenere in vita due corti di vertice.
In un primo momento infatti (1999),
l’allora Ministro della Giustizia Maduna, auspicando
una serie di azioni volte a razionalizzare l’intero sistema giudiziario
sudafricano[30],
aveva proposto l’unificazione delle due Corti, sottolineando come l’enorme
spesa destinata al mantenimento e alla gestione della Corte costituzionale non
trovasse giustificazione nel carico di lavoro di quest’ultima, considerato
decisamente scarso a paragone di quello di altre corti, in primis delle High Courts. L’eventuale
confluenza della giurisdizione della Corte costituzionale nella Supreme Court of Appeal avrebbe tuttavia comportato, oltre ad una spesa
non indifferente, anche una serie di difficoltà. Non solo sarebbe stata
necessaria una cospicua riforma delle regole di procedura; a causa delle
complessità legate al raccordo di due giurisdizioni all’interno di
un’unica istituzione, avrebbe potuto verificarsi nuovamente
una situazione di incertezza paragonabile a quella vista durante la vigenza del
“doppio binario”. Sarebbero potuti riemergere, nel corso degli anni, quegli
stessi contrasti che hanno contribuito ad accrescere un certo scetticismo della
popolazione[31]
nei confronti della Corte costituzionale[32].
Altre proposte ben più complesse e
articolate sono state avanzate qualche anno più tardi. Nel 2005, il Governo
formulò un esteso progetto di riforma della giustizia, tramite la presentazione
di cinque draft
bills[33].
Uno di essi, il Constitution Fourteenth Amendment (Draft) Bill[34],
recava una serie di disposizioni volte ad incidere tanto sulla struttura
dell’ordinamento giudiziario quanto sul rapporto fra poteri esecutivo e
giudiziario.
Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, ci
limiteremo qui a ricordare in particolare: la proposta di emendamento alla
sezione 165 FC, finalizzate a conferire al Ministro della Giustizia l’autorità
in materia di “administration
and budget” in riferimento a tutte le corti dell’ordinamento[35];
l’inserimento del divieto per tutte le corti di trattare qualunque questione
concernente la sospensione dell’entrata in vigore di un act of Parliament o
di un provincial act[36], con
questo significativamente eliminando alla radice ogni potenziale sconfinamento
della magistratura nel terreno di altri poteri dello Stato e limitando
fortemente l’efficacia del ricorso della minoranza parlamentare alla Corte
costituzionale[37];
l’incremento del potere presidenziale di nomina dei giudici costituzionali
supplenti con conseguente erosione del ruolo del Chief
Justice, semplicemente consultato ai fini della scelta, senza più poter concorrere ad essa[38] [39]. Il Fourteenth Amendment(Draft) Bill sarebbe inoltre andato ad incidere sulla
struttura delle High Courts, proponendo la loro
unificazione in un’unica High Court of South Africa,
articolata su base provinciale in varie Divisions[40].
Infine, il (Draft) Bill affrontava la questione del riparto di
giurisdizione tra Corte costituzionale e Supreme Court of
Appeal, delineando una soluzione che, diversamente da quella ipotizzata nel
1999, privilegiava la prima rispetto alla seconda. La clausola 3
dell’emendamento, relativa alla sezione 167 FC, confermava le vie d’accesso
alla Corte costituzionale (appello, referral, accesso diretto) ed estendeva la sua giurisdizione
anche a questioni non inerenti l’interpretazione ed applicazione della Carta
Fondamentale. Se richiesta in tal senso,
Erano previste modifiche anche per la sezione 168 FC.
In base ad esse,
Tuttavia, l’enorme scalpore suscitato
dalle clausole del Fourteenth Amendment (Draft) Bill relative alla ridefinizione dei rapporti
fra potere giudiziario ed esecutivo, nonché la generale opposizione della
magistratura all’intero pacchetto di riforme, hanno portato il Governo a
ritirarlo nel 2006 per provvedere ad una revisione globale. Si è infatti
lamentata la totale mancanza di coinvolgimento nella ideazione e formulazione
delle riforme della stessa magistratura e delle altre professioni legali, i cui
suggerimenti sono stati del tutto trascurati, e persino l’assenza di un
dibattito pubblico sulla stampa nazionale[43].
Il progetto relativo alla creazione di un’unica corte di vertice non è
stato però abbandonato dal partito di Governo, l’African
National Congress (ANC). Al termine del suo 52o
Congresso Nazionale, tenutosi a Polokwane nel
dicembre 2007, l’ANC ha adottato una serie di risoluzioni finalizzate
all’attuazione di riforme “troppo a lungo
rimandate[44]”.
Tra queste,
ritorna l’intenzione di fare della Corte costituzionale la corte di vertice dell’intero
ordinamento: “The Constitutional
Court should be the highest (apex) court for all matters, constitutional and
non-constitutional, with the Supreme Court of Appeal (SCA) as an intermediate
court of appeal, with the proviso that this should not lead to undue delays in
the hearing of appeals. Decisions of the SCA will be final if the
Constitutional Court does not grant leave to appeal in a matter[45]”.
L’elaborazione
delle riforme ha successivamente subito un rallentamento a seguito delle
dimissioni del Presidente Thabo Mbeki
e della caduta del suo governo avvenuta nel settembre 2008. Tuttavia, la
volontà di perseguire la riorganizzazione dei vertici dell’ordinamento
giudiziario secondo la via tracciata dalle risoluzioni di Polokwane
è comunque parsa evidente nelle intenzioni dell’immediato successore di Mbeki, Kgalema Motlanthe[46],
e in particolare dell’attuale Presidente Jacob Zuma e del suo Governo.
Proprio
nello scorso maggio 2010, infatti, il Ministro della Giustizia e dello Sviluppo
Costituzionale J. T. Radebe ha presentato la bozza di
una nuova versione del controverso Superior Courts Bill, del quale si discute fin dal 2003,
unitamente ad un Constitution Nineteenth Amendment (Draft) Bill[47]. A causa delle forti polemiche seguite alla presentazione delle riforme
durante la presidenza di Mbeki, il l’attuale Superior Courts (Draft) Bill[48],
ha subito importanti modifiche. Nella sua versione attuale, contiene una serie
di dettagliate disposizioni in merito a sedi, articolazioni interne,
composizione, procedimenti decisionali e meccanismi di raccordo riguardanti le
corti superiori (Corte costituzionale, Supreme Court of
Appeal, High Courts, che nelle intenzioni del
legislatore dovrebbero essere riunite in un’unica High Court of South Africa articolata in divisions), con riferimento anche
al funzionamento delle strutture amministrative e alle modalità di
finanziamento delle stesse.
Il Constitution Nineteenth Amendment (Draft) Bill
conferma in blocco gli intenti di riforma già riscontrati cinque anni fa. Esso
infatti, oltre ad apportare al testo costituzionale le modifiche necessarie per
procedere alla ristrutturazione del sistema delle corti, riproduce, in modo
quasi identico se non per minimi aggiustamenti formali, il testo degli
emendamenti che il Fourteenth Amendment (Draft) Bill intendeva apportare nel 2005 alle sezioni
167 e 168 della Costituzione.
Nello
scorso dicembre 2010, il Superior Courts (Draft) Bill è stato approvato dal Governo e si ritiene
che a breve sarà presentato in Parlamento insieme al Constitution Amendment (Draft)
Bill[49].
5. Considerazioni conclusive e interrogativi
aperti. – Dall’analisi fin qui svolta, è possibile concludere in primo
luogo che il sistema sudafricano di controllo di costituzionalità pare ormai
sempre più lontano dal modello accentrato che lo aveva ispirato (soprattutto
nella sua declinazione tedesca) nella fase costituente e inserito piuttosto
saldamente nell’alveo del modello diffuso nordamericano. L’intento di estendere
la giurisdizione della Corte costituzionale anche alle questioni di natura non
costituzionale ne è un chiaro segnale. A riguardo, è importante notare che,
nonostante i rallentamenti che hanno interessato l’iter delle riforme, la volontà di trasformare la Corte costituzionale
nella corte di vertice dell’ordinamento giudiziario è rimasta una costante
delle varie proposte che si sono avvicendate nell’ultimo quinquennio. Del
resto, già con riferimento alle precedenti proposte di modifica, questo stesso
fatto era stato interpretato dalla dottrina[50]
quale testimonianza della solida posizione della Corte e della sua capacità di
resistere alle complesse vicende politiche ed istituzionali che fino ad oggi
hanno interessato il Sudafrica[51].
Inoltre,
già all’indomani della presentazione del Fourteenth Amendment (Draft) Bill, la proposta di creare una “single apex court”
fu considerata da molti come una soluzione che avrebbe contribuito in maniera
significativa a snellire molte delle complessità processuali esistenti.
Soprattutto, si sarebbero chiarite, una volta per tutte anche da un punto di
vista strutturale, le incertezze legate alla percezione, non del tutto svanita,
di una perdurante - quanto illusoria - separazione tra constitutional e non-constitutional matters[52].
Queste considerazioni rimangono ancora oggi attuali: da più parti si sostiene infatti
che un’unica corte di vertice conferirebbe una maggior coerenza all’intero
sistema e permetterebbe di trattare fin dall’inizio ogni caso che si presenti
di fronte ad una qualunque corte da un punto di vista costituzionale, evitando
così che i profili di rilevanza costituzionale siano evidenziati per la prima
volta soltanto in sede di richiesta di leave to appeal indirizzata alla Corte costituzionale, come
oggi spesso accade.
In
quest’ottica, il fatto che
Tuttavia,
com’è ovvio, risulta oggi estremamente difficile azzardare una risposta ai vari
interrogativi che si aprirebbero qualora il Superior Courts Bill e soprattutto il Constitution Amendment Bill
fossero approvati nella loro formulazione attuale. Tanto coloro che criticano o
hanno criticato la riforma prospettata, quanto i più favorevoli ad essa, non
possono fare a meno di sollevare alcuni dubbi[54]
o indicare la necessità di affrontare tempestivamente le possibili conseguenze
di essa.
Uno dei
timori suscitati dalle proposte di riforma sin qui avanzate riguarda il rischio
del possibile sovraccarico di lavoro per la Corte costituzionale, che oggi
decide una media di circa venti casi all’anno. Il numero dei giudici potrebbe
rivelarsi troppo esiguo e la prescrizione costituzionale della decisione en banc
potrebbe risultare inadeguata ad un rapido smaltimento delle questioni
pendenti.
Il
dibattito attuale verte inoltre intorno alla preparazione dei giudici della Corte
costituzionale. Fin dal suo insediamento, sotto la vigenza della Interim Constitution,
gli undici giudici costituzionali sono sempre stati scelti fra i maggiori
esperti di diritto pubblico del Paese; probabilmente, si dice, occorrerebbe
riconsiderare questa prassi qualora
E’
proprio questo l’altro aspetto di rilievo legato al nuovo ruolo che la Corte
costituzionale potrebbe assumere. L’interesse
della giustizia, indicato sia dal vecchio Fourteenth Amendment Bill che dall’attuale Constitution Amendment (Draft) Bill quale criterio in base a cui anche le
questioni di natura non costituzionale possono raggiungere la Corte
costituzionale, è da sempre interpretato da quest’ultima in senso estremamente
restrittivo. Si continua dunque ad interrogarsi circa i profili di rilevanza
che una determinata questione dovrebbe avere per poter essere esaminata in via
di appello dalla nuova corte di vertice e quale ruolo potrebbe esercitare
A questi
e ad altri interrogativi (non ultimo quello relativo all’opportunità di
cambiare il nome della nuova apex court)
potranno dare risposta soltanto gli sviluppi che definiranno in concreto i
rapporti e gli equilibri fra le due più alte istituzioni giudiziarie
sudafricane.
[1] Al momento della caduta del regime
di apartheid, le principali forze
politiche sudafricane, fra le quali il National Party del Presidente F. W. De Klerk e l’African National Congress di Nelson Mandela, si accordarono per una
transizione democratica da condurre in due fasi. La prima tappa prevedeva
l’elaborazione di una Costituzione provvisoria, la cosiddetta Interim Constitution
(Constitution of the
Republic of South Africa Act
200 of 1993), destinata ad entrare in vigore il 27
aprile
[2] Sez. 98(2) IC. Fra le ipotesi di exclusive jurisdiction, occorre annoverare anche la
certificazione della Costituzione finale o delle Costituzioni provinciali
(cfr. sezz. 71(2) e 160 IC). Il
fatto che alla Corte non siano state attribuite competenze extra-costituzionali
è conseguenza della preoccupazione dei costituenti circa un eventuale
sovraccarico della nuova Corte con competenze aggiuntive che potessero
ostacolare lo svolgimento delle principali attività. Tale timore è espresso da Pius Langa nell’intervista pubblica del 1994 di fronte alla
Judicial Service Commission
per la nomina a giudice costituzionale, consultabile alla pagina web https://www.constitutionalcourt.org.za/site/judges/transcripts/piusnkonzolanga.html.
[3] Sez. 98(2) lett. a IC.
[4] Sezz.
98(2) lett. d e 98(9) IC, che contemplavano il ricorso preventivo alla Corte
costituzionale su iniziativa della minoranza parlamentare.
[5] Sez. 98(2) lett. c IC. E’ importante sottolineare come il controllo di
costituzionalità successivo riguardi espressamente “qualunque legge”,
indipendentemente dal fatto che questa fosse stata promulgata prima o dopo
l’entrata in vigore della Costituzione.
[6] Sez. 98(2) lett. e IC.
[7] Sez. 98(7) IC.
[8] Sez. 98(5) IC.
[9] Sez. 102(3) IC. Ex sez. 101(4) IC, la divisione locale o provinciale avrebbe potuto tra
l’altro utilizzare gli stessi poteri conferiti alla Corte costituzionale dalle
sezioni 98(5) e (6) IC.
[10] Si ricorda, infine,
che la sezione 103 IC, relativa alle corti inferiori non rientranti fra le
articolazioni interne della Supreme Court, come le Magistrates’ courts, stabiliva che nel caso in cui
una questione di natura costituzionale fosse stata sollevata nel corso di un
processo pendente di fronte ad essa, le parti avrebbero dovuto
obbligatoriamente rivolgersi alla competente divisione locale o provinciale
della Supreme Court. Questa avrebbe a sua volta deciso la questione, se fornita
di giurisdizione in base alla sezione 101(3) IC, oppure l’avrebbe inoltrata
alla Corte costituzionale, se rientrante nell’esclusiva giurisdizione di
quest’ultima.
[11] Per completezza è opportuno
segnalare, oltre a referral
e appello, l’esistenza di una terza ed ultima via
d’accesso alla Corte costituzionale, confermata in seguito dalla Final Constitution
e rappresentata dal cosiddetto “accesso diretto” (direct access). Nella Interim Constitution, esso era previsto
dalla sezione 100(2), ma non era ulteriormente disciplinato dalla Costituzione,
che lasciava invece campo libero al regolamento di procedura della Corte (cfr.
sez. 100 (1) IC), limitandosi a stabilire che l’accesso diretto era ammesso
solo se necessario nell’interesse della
giustizia. Le regole di procedura del 1995 ne ribadirono l’ammissibilità
solo in circostanze eccezionali, riscontrabili quando l’urgenza o l’importanza
della questione per l’interesse pubblico o per l’amministrazione della
giustizia fossero state tali da non tollerare neppure quelle dilazioni dovute
all’instaurazione del procedimento per le vie ordinarie (cfr. L. Berat, The Constitutional Court of South
Africa and jurisdictional questions:
In the Interest of Justice?,
in International Journal of Constitutional Law, Vol. 3, No. 1, 2005, Oxford University
Press and New York University Press, p. 46). Le nebulose disposizioni relative all’accesso diretto ebbero
come conseguenza, negli anni immediatamente successivi all’entrata in vigore
della Costituzione del 1993, una giurisprudenza della Corte estremamente
ambigua. Un excursus sulla
giurisprudenza della Corte in materia di accesso diretto si può trovare in L. Berat, The Constitutional Court of South
Africa and jurisdictional questions:
In the Interest of Justice?,
cit., p. 48-53.
[12] Cfr. J. de Waal, Constitutional
Law, in C. G. Van der Merwe,
J. Du Plessis (a cura di), Introduction to
the law of South Africa, Kluwer Law
International, 2004, p. 71 e J. Dugard & T. Roux,
The record of the South African Constitutional Court
in providing an institutional voice for the poor: 1995-2004
in R. Gargarella, P. Domingo & T. Roux (a cura di) Courts and Social Transformation in New Democracies: An Institutional
Voice for the Poor?, Ashgate Press, 2006, p. 108.
[13] 1996 (4) SA 337 (CC) e 1996 (3) SA
850 (CC), entrambe decise il 15 maggio 1996.
[14] In base al disposto della sezione
166 lett. e FC, le altre corti istituite con legge saranno dotate di uno status
pari a quello delle High Courts o delle Magistrates’ Courts. Ne sono
esempi il Water Tribunal e le Land Claims Courts, entrambe situate
allo stesso livello delle High Courts; le Community Courts, specificamente incaricate di dirimere questioni che
coinvolgano il diritto consuetudinario, e le Divorce Courts, che si collocano al livello delle Magistrates’ Courts. Le Magistrates’ Courts e le altre
corti inferiori non sono dotate di alcun potere di judicial review (sez. 170 FC).
[15] Cfr. sez. 167(4) FC. Se da un lato
[16] Sez. 167(3) FC.
[17] La sezione 167(6) FC prevede anche
un’ipotesi di appello per saltum, in base alla quale è possibile impugnare una
sentenza emessa da una corte fornita di giurisdizione costituzionale
direttamente presso
[18] Ciò emerge dal combinato disposto delle sezioni
167(5) e 172(2) lett. a FC.
[19] Government
Notice R1675, in Government Gazette 25726 of 31 October 2003, dette
[20] CC Rule
16. La procedura in questione trova le sue radici nel primo caso di conferma di
una sentenza di incostituzionalità deciso dalla Corte costituzionale, Parbhoo and Others v Getz and Others (1997 (4) SA
1095 CC).
[21] Sez. 172(1) lett. b FC: “When
deciding a constitutional matter within its power, a court- (b) may make
any order that is just and equitable, including- (i)
an order limiting the retrospective effect of the declaration of invalidity;
and (ii) an order suspending the declaration of invalidity for any period and
on any conditions, to allow the competent authority to correct the defect”. Ne è un esempio National Coalition
for Gay and Lesbian Equality and Another v Minister of Justice
and Others (1999 (1) SA 6 (National Coalition for Gay and Lesbian Equality 1)), nella quale
[22]
L. Berat, The
Constitutional Court of South Africa and jurisdictional questions: In the
Interest of Justice?, cit., p.
59.
[23] 2000
(2) SA 674 (CC).
[24] Ibidem, par. 20.
[25] Ibidem, par. 33.
[26] 1999 (1) SA 374 (CC).
[27] Ibidem,
par. 111, richiamato in Pharmaceutical Manufacturers
al par. 31.
[28] Nella sentenza in esame
[29] Ibidem,
par. 44.
[30] Cfr. sez. 16(6) Schedule 6 FC, che conferisce al Ministro responsabile per
l’amministrazione della giustizia lo specifico compito di provvedere alla
razionalizzazione del sistema delle corti, con riferimento alla loro
“struttura, composizione, funzionamento e giurisdizione” nella prospettiva di
un ordinamento giudiziario in linea con il dettato costituzionale. L’ampia
serie di disposizioni transitorie ed indicazioni finalizzate alla piena
attuazione del dettato costituzionale e al coerente adeguamento
dell’ordinamento giuridico sudafricano testimoniano che “il momento
costituente, per quanto largamente condiviso, non ha comunque esaurito l’opera
di edificazione del nuovo ordinamento costituzionale”. La felice espressione si
ritrova in R. Orrù, Riflessioni sulla coerenza dell’ordine costituzionale del Sudafrica
post-apartheid tra innovazione ed evoluzione, in Diritto pubblico comparato ed europeo, IV, 2009, p. 1864.
[31] Un’indagine condotta tra il 1996 e
il 1997 (J. L. Gibson, G. A. Caldeira, Defenders of Democracy? Legitimacy, Popular Acceptance and the South African Constitutional Court,
in The Journal of
Politics, Vol. 65, No. 1, (Feb., 2003), Cambridge
University Press on behalf of the Southern Political Science Association,
pp. 1-30) evidenziava un atteggiamento ambivalente da parte dei cittadini nei
confronti della Corte costituzionale e metteva in risalto le difficoltà
incontrate dalla Corte nell’acquisire agli occhi della cittadinanza una
legittimazione tale da metterla al riparo dagli attacchi dell’opinione pubblica
e della politica. In anni cruciali per il Paese, oltre il 55% della popolazione
esprimeva la propria fiducia per la nuova istituzione, ma quasi il 28% si
dichiarava favorevole alla sua abolizione; soltanto il 40,8% di coloro che
affermavano di fare affidamento sulla Corte si mostravano disposti a mantenerla
qualora essa avesse iniziato ad emettere sentenze contrarie all’opinione
pubblica. La popolazione africana, la più incline a garantire il suo supporto
alla Corte, era al tempo stesso quella meno propensa ad accettare decisioni non
in linea con l’opinione pubblica, mentre tra i bianchi
[32]
L. Berat, The
Constitutional Court of South Africa and Jurisdictional Questions: In the
Interest of Justice?, cit., pp.
73-74.
[33]
Constitution Fourteenth Amendment Bill, Superior Courts Bill,
[34] General Notice 2023 of 2005, Government
Gazette 28334 of 14 December 2005.
[35]
Fourteenth Amendment (Draft) Bill, clause 1.
[36] Ibid.,
clause 7(b).
[37] Cfr. supra, nota 15.
[38] Ibid.,
clause 10.
[39] Le
proposte suscitarono immediatamente le accese reazioni tanto dei
costituzionalisti quanto della magistratura, che ben presto fecero notare le
non secondarie implicazioni di simili modifiche per l’effettiva indipendenza
del potere giudiziario dall’esecutivo. Si vedano a tale proposito: C. Albertyn, Judicial Independence and the Constitution
Fourteenth Amendment Bill,
in South African
Jurnal on Human Rights, Vol. 22, 2006, pp. 126-143, nel quale si
discute anche dei possibili profili di incostituzionalità del Fourteenth Amendment Bill; R.W. Nugent, The Judiciary, the Courts,
and the Constitution: Why
so much Controversy?,
discorso tenuto presso il South African Institute of Race Relations il 25
Aprile 2006, disponibile alla pagina web
https://www.sairr.org.za/briefings/all-briefings/the-judiciary-the-courts-and-the-constitution-why-so-much-controversy-25th-april-2006.ics.
[40]
Fourteenth Amendment (Draft) Bill, clause 2.
[41]
Fourteenth Amendment (Draft) Bill, clause 3.
[42]
Fourteenth Amendment (Draft) Bill, clause 4.
[43]
C. Lewis, Reaching the Pinnacle:
Principles, Policies, and People for a Single Apex Court in South Africa,
in in South
African Journal on Human Rights, Vol. 21, 2005, pp. 522-523; R.W. Nugent, The
Judiciary, the Courts, and the Constitution: Why so much Controversy?, cit.
[44] Anc 52nd National Conference 2007 Resolutions, p. 30; le risoluzioni di Polokwane sono consultabili alla pagina web https://www.anc.org.za/ancdocs/history/conf/conference52/resolutions.pdf.
[45] Ivi.
[46] Cfr. Motlanthe’s
Hot Potatoes, in Mail & Guardian, 28 settembre 2008, consultabile alla pagina https://www.mg.co.za/article/2008-09-28-motlanthes-hot-potatoes.
Motlanthe ha ricoperto la carica di Presidente della
Repubblica Sudafricana dal 25 settembre 2008 al 9 maggio 2009, portando a
termine la legislatura a seguito delle dimissioni di Mbeki.
[47] Constitution Amendment
Bill: Draft, General Notice 414 of 2010, Government Gazette 33216 of 21st May
2010.
[48] Superior Courts Bill:
Draft, General Notice 415 of 2010, Government Gazette 33216 of 21st May
2010.
[49] New Superior Courts Bill to
be tabled in Parliament, 5 gennaio
2011, consultabile alla pagina web https://www.sabinetlaw.co.za/justice-and-constitution/articles/new-superior-courts-bill-be-tabled-parliament.
[50] In merito, oltre al già citato
studio Defenders of Democracy? Legitimacy,
Popular Acceptance and the South African Constitutional Court, anche T. Roux, Principle and Pragmatism on the
Constitutional Court of South Africa, pp. 6-7 e 32-34, disponibile
alla pagina web https://www.saifac.org.za/docs/2008/Principle_and_Pragmatism_icon_v2.pdf,
ora anche in International
Journal of Constitutional Law, Vol. 7, No. 1, 2009, pp. 106-138.
[51] Da ultimo, si ricorda la
controversia che ha opposto il giudice John Hlope,
presidente della High Court del Western Cape, ai giudici della Corte
costituzionale. Questi ultimi lo hanno accusato di fronte alla Judicial Service Commission di
aver effettuato forti pressioni affinché
[52] C. Lewis, Reaching the Pinnacle: Principles,
Policies, and People for a
Single Apex Court in South Africa, cit., pp. 510, 512-513 e 519; I.G. Farlam, One Apex Court?,
discorso tenuto nell’ottobre 2008 ad una conferenza celebrativa del 120°
anniversario della fondazione del South African Law Journal .
[53] I.G. Farlam, cit.
[54] Per una sintesi di tali profili di
criticità, si veda C. Lewis, Reaching the Pinnacle: Principles, Policies, and People for a Single
Apex Court in South Africa, cit., pp. 521-522.
[55] La grande attualità dell’argomento è
testimoniata anche dallo spazio ad esso dedicato dalla stampa sudafricana. Si
veda ad es., l’articolo Last Rights, in Mail&Guardian, 28 maggio 2010, consultabile alla pagina web https://www.mg.co.za/article/2010-05-28-last-rights.
[56]
C. Lewis, The State of the Judiciary, discorso
tenuto presso il South African Institute for Race Relations il 14 ottobre 2008 (https://www.politicsweb.co.za/politicsweb/view/politicsweb/en/page71619?oid=106544&sn=Detail)
. La stessa Autrice si
era espressa sul ruolo riservato alla SCA in Reaching the Pinnacle: Principles,
Policies, and People for a
Single Apex Court in South Africa, cit., p. 522.
[57] Si veda ad es. la già ricordata
sentenza MEC for
Development Planning and Local
Government in Gauteng v Democratic Party and others, cit.
supra sub nota 18, al par. 32.