- 08-03-2025
Con la sent. n. 25 del 2025 la Corte ha dichiarato l’illegittimità della normativa sulla concessione della cittadinanza italiana nella parte in cui non esonerava dalla prova di conoscenza della lingua italiana i richiedenti affetti da gravi limitazioni alla capacità di apprendimento linguistico, dovute all’età , a patologie o a disabilità , certificate da una struttura sanitaria pubblica. Tale previsione è stata ritenuta in contrasto con l’art. 3 della Costituzione, in quanto:
- sul piano dell’eguaglianza formale (art. 3, primo comma, Cost.), trattava in modo irragionevole e ingiustificato situazioni tra loro diverse, imponendo un requisito indistintamente a tutti i richiedenti;
- sul piano dell’eguaglianza sostanziale (art. 3, secondo comma, Cost.), anziché rimuovere, introduceva un ostacolo all’acquisizione della cittadinanza per una categoria particolarmente vulnerabile.
Inoltre, nella prospettiva degli effetti prodotti, la norma
- si traduceva in una forma di discriminazione indiretta, tale da poter condurre a «una forma di emarginazione sociale»
Sotto un ancora diverso angolo visuale, viene poi ravvisata
- la violazione di uno dei corollari del principio di ragionevolezza: il principio ad impossibilia nemo tenetur, dal momento che pretendere la padronanza della lingua italiana, indifferentemente, da tutti i richiedenti la cittadinanza, secondo il giudice costituzionale significa porre una condizione inesigibile per quegli stranieri che siano oggettivamente impediti ad apprenderla in ragione di una disabilità .