ORDINANZA N. 335
ANNO 1994
REPUBBLICA ITALIANA
In nome del Popolo Italiano
LA CORTE COSTITUZIONALE
composta dai signori Giudici
Prof. Francesco Paolo CASAVOLA Presidente
Prof. Gabriele PESCATORE
Prof. Antonio BALDASSARRE
Prof. Vincenzo CAIANIELLO
Avv. Mauro FERRI
Prof. Luigi MENGONI
Prof. Giuliano VASSALLI
Prof. Francesco GUIZZI
Prof. Cesare MIRABELLI
Prof. Fernando SANTOSUOSSO
Avv. Massimo VARI
Dott. Cesare RUPERTO
ha pronunciato la seguente
ORDINANZA
nel giudizio di legittimità costituzionale del- l'art. 133-ter del codice penale, promosso con ordinanza emessa il 20 gennaio 1993 dal Magistrato di sorveglianza di Venezia nel procedimento di sorveglianza nei confronti di Mantoan Amerigo, iscritta al n. 154 del registro ordinanze 1994 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 14, prima serie speciale, dell'anno 1994.
Visto l'atto di intervento del Presidente del Consiglio dei ministri;
udito nella camera di consiglio del 6 luglio 1994 il Giudice relatore Giuliano Vassalli.
Ritenuto che il Magistrato di sorveglianza di Venezia, chiamato a pronunciarsi sulla conversione in libertà controllata della pena pecuniaria irrogata nei confronti di tale Mantoan Amerigo "per il reato di cui all'art. 13 L. 02/05/1957 n. 474" (recte: art.13 del decreto-legge 5 maggio 1957, n. 271, convertito dalla legge 2 luglio 1957, n. 474), ha sollevato, in riferimento all'art. 3 della Costituzione, questione di legittimità costituzionale dell'art.133-ter del codice penale, nella parte in cui non consente la maggiore rateizzazione del pagamento della pena pecuniaria in ragione delle comprovate ed effettive possibilità economiche del condannato;
e che nel giudizio è intervenuto il Presidente del Consiglio dei ministri, rappresentato e difeso dall'Avvocatura Generale dello Stato, chiedendo che la questione sia dichiarata non fondata;
considerato che, successivamente alla pronuncia dell'ordinanza di rimessione, l'art. 5, comma 6-bis, del decreto-legge 23 gennaio 1993, n.16, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 1993, n. 75, ha depenalizzato la fattispecie in ordine alla quale è stata pronunciata condanna, stabilendo per essa l'applicazione di una sanzione amministrativa;
che, a sua volta, l'art. 12, comma 3, del decreto- legge 30 agosto 1993, n. 331, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1993, n.427, ha stabilito che la disposizione del citato art. 5, comma 6-bis, del d.l. n. 16 del 1993 si applica in deroga all'art. 20 della legge 7 gennaio 1929, n. 4, anche alle violazioni commesse antecedentemente alla data di entrata in vigore della indicata legge di conversione n. 75 del 1993, a norma dell'art. 2, secondo e terzo comma, del codice penale;
e che, pertanto, va disposta la restituzione degli atti al giudice rimettente perchè valuti se, alla luce dello ius superveniens, la questione sol levata sia tuttora rilevante nel procedimento a quo.
PER QUESTI MOTIVI
LA CORTE COSTITUZIONALE
ordina la restituzione degli atti al Magistrato di sorveglianza di Venezia.
Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 07/07/94.
Francesco Paolo CASAVOLA, Presidente
Giuliano VASSALLI, Redattore
Depositata in cancelleria il 22 Luglio 1994.