Ordinanza n.24 del 1990

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ORDINANZA N.24

 

ANNO 1990

 

REPUBBLICA ITALIANA

 

In nome del Popolo Italiano

 

LA CORTE COSTITUZIONALE

 

composta dai signori Giudici:

 

Prof. Francesco SAJA Presidente

 

Prof. Giovanni CONSO

 

Prof. Ettore GALLO

 

Dott. Aldo CORASANITI

 

Prof. Giuseppe BORZELLINO

 

Dott. Francesco GRECO

 

Prof. Renato DELL'ANDRO

 

Prof. Gabriele PESCATORE

 

Avv. Ugo SPAGNOLI

 

Prof. Francesco Paolo CASAVOLA

 

Prof. Antonio BALDASSARRE

 

Prof. Vincenzo CAIANIELLO

 

Avv. Mauro FERRI

 

Prof. Luigi MENGONI

 

Prof. Enzo CHELI

 

ha pronunciato la seguente

 

ORDINANZA

 

nei giudizi di legittimità costituzionale dell'art. 8 del decreto legge 5 agosto 1989, n. 279 (Disposizioni urgenti in materia di evasione contributiva, di fiscalizzazione degli oneri sociali, di sgravi contributivi nel Mezzogiorno e di finanziamento dei patronati), promossi con ricorsi delle Regioni Umbria, Emilia- Romagna, Veneto, Lombardia e Piemonte, notificati il 1o, il 4 e il 6 settembre 1989, depositati in cancelleria l'8, il 12 e il 15 successivi ed iscritti ai nn. 73, 74, 7S, 76 e 77 del registro ricorsi 1989.

 

Visti gli atti di costituzione del Presidente del Consiglio dei ministri;

 

uditi nella camera di consiglio del 13 dicembre 1989 i Giudici relatori Antonio Baldassarre e Mauro Ferri.

 

Ritenuto che le Regioni Umbria e Toscana, con ricorsi identici notificati il 1° settembre 1989 (reg. ric. nn. 73 e 74 del 1989), hanno sollevato questione di legittimità costituzionale dell'art.8 del decreto-legge 5 agosto 1989, n. 279 (Disposizioni urgenti in materia di evasione contributiva, di fiscalizzazione degli oneri sociali, di sgravi contributivi nel Mezzogiorno e di finanziamento dei patronati), in riferimento agli artt. 5, 77, 117, 118, 119 e 125 della Costituzione;

 

che la Regione Veneto, con ricorso notificato il 4 settembre 1989 (reg. ric. n. 75 del 1989), ha sollevato questione di legittimità costituzionale della medesima disposizione del decreto-legge n.279 del 1989, in riferimento agli artt. 5, 117, 118, 119 e 125 della Costituzione;

 

che, infime, anche le Regioni Lombardia e Piemonte, con ricorsi identici notificati il 6 settembre 1989 (reg. ric. nn. 76 e 77 del 1989), hanno sollevato questione di legittimità costituzionale della medesima disposizione del decreto-legge n. 279 del 1989, in riferimento agli artt.24, 77, 81, 101, 113, 117 e 119 della Costituzione;

 

che in tutti i giudizi si è costituito il Presidente del Consiglio dei ministri, rappresentato e difeso dall'Avvocatura generale dello Stato, chiedendo che le questioni siano dichiarate inammissibili o comunque infondate.

 

Considerato che i giudizi, avendo ad oggetto la medesima norma, vanno riuniti per essere decisi congiuntamente;

 

che il decreto-legge 5 agosto 1989, n. 279 non è stato convertito in legge entro il termine di sessanta giorni dalla sua pubblicazione, come risulta dal comunicato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 235, serie generale, del 7 ottobre 1989;

 

che, pertanto, secondo la consolidata giurisprudenza di questa Corte (v., da ultimo, ord. n. 10 del 1990), le questioni di legittimità costituzionale sollevate dalle Regioni ricorrenti devono essere dichiarate manifestamente inammissibili.

 

Visti l'art. 26 della legge 11 marzo 1953, n. 87, e gli artt. 25 e 9, secondo comma, delle norme integrative per i giudizi davanti alla Corte costituzionale.

 

PER QUESTI MOTIVI

 

LA CORTE COSTITUZIONALE

 

riuniti i giudizi,

 

dichiara la manifesta inammissibilità delle questioni di legittimità costituzionale dell'art. 8 del decreto-legge 5 agosto 1989, n.279 (Disposizioni urgenti in materia di evasione contributiva, di fiscalizzazione degli oneri sociali, di sgravi contributivi nel Mezzogiorno e di finanziamento dei patronati) sollevate, con i ricorsi indicati in epigrafe, dalle Regioni Umbria e Toscana in riferimento agli artt. 5, 77, 117, 118, 119 e 125 della Costituzione; dalla Regione Veneto in riferimento agli artt. 5, 117, 118, 119 e 125 della Costituzione; e dalle Regioni Lombardia e Piemonte in riferimento agli artt. 24, 77, 81, 101, 113, 117 e 119 della Costituzione.

 

Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 18/01/90.

 

Francesco SAJA, PRESIDENTE

 

Antonio BALDASSARRE e Mauro FERRI, REDATTORI

 

Depositata in cancelleria il 23 Gennaio 1990.