Pareri discordanti dopo la
rivelazione comparsa sul settimanale L'Espresso
dell'invito a cena, da parte del Giudice costituzionale Luigi Mazzella, del suo Collega Paolo Maria Napolitano, del
Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, del Guardasigilli Angelino Alfano, del Sottosegretario Gianni Letta, dei
Presidenti delle Commissioni Affari costituzionali della Camera Donato Bruno e
del Senato Carlo Vizzini.
Sul fronte della maggioranza:
- Per il capogruppo Pdl al Senato Gaetano Quagliariello
le accuse dell'Idv sono "ridicole" e si
risolvono "in una pressione obliqua e indebita sulla Consulta".
- Il responsabile giustizia del Pdl Niccolò Ghedini non vede
nella cena "nulla di strano perché i giudici non vivono sul monte Athos ed
è normale che frequentino le alte cariche. Se passasse il principio, Napolitano
non dovrebbe più incontrare Berlusconi se deve firmare una legge importante, o
il presidente della Corte dei conti o della Cassazione se devono prendere
decisioni contabili, penali o civili. Spero che il Quirinale intervenga perché
questa è un'aggressione alla Corte".
Sul fronte dell'opposizione
Antonio Di Pietro "C'è una grave incompatibilità e un
conflitto d'interessi.
Luigi De Magistris:
"È l'ennesima confusione tra interessi istituzionali o interessi privati.
Non è opportuno che alcuni giudici banchettino con il principale interessato di
una così importante decisione".
Sul fronte del diretto interessato.
Il Giudice costituzionale Luigi Mazzella: "Stiamo scherzando? Allora dovrei astenermi
da tutti i lavori della Corte. A cena invito chi voglio. A casa mia vengono
tutti, dall'estrema sinistra alla destra, sono amico personale di Bertinotti e
di tante altre persone che vivono nel mondo della politica". (...) :
"Non credo che io, da individuo privato, debba dar conto delle cene che
faccio" (..). "In casa mia invito chi voglio e parlo di quello che
voglio
(estratto da "